Curriculum greco come lingua seconda (istruzione e formazione tecnico-professionale primaria e secondaria a Cipro)
Paese: Cipro
Il Curriculum per il greco come lingua seconda si propone di facilitare e supportare il lavoro educativo offrendo indicazioni sull’insegnamento. Fornisce agli insegnanti una presentazione delle teorie relative all’insegnamento di una seconda lingua, e specifici strumenti per rilevare i segnali anticipatori della dislessia e guidare i genitori / caregiver in cerca di una diagnosi o un supporto.
Questa buona pratica è attuata grazie alla collaborazione dell’Università Democritus della Tracia in Grecia e dell’Istituto Pedagogico di Cipro, con l’obiettivo di sviluppare una guida e un curriculum dedicati agli studenti con dislessia che stanno imparando il greco come seconda lingua.
La buona pratica è stata attuata nel 2020 con l’obiettivo di un’agevole integrazione degli studenti dislessici nelle scuole e aiutare gli insegnanti a familiarizzare con i loro bisogni.
Il Curriculum è rivolto a insegnanti/educatori scolastici che lavorano con discenti migranti dislessici nell’ambito dell’istruzione primaria e secondaria.
No, ma la pratica supporta gli insegnanti/educatori nel distinguere tra le difficoltà linguistiche relative all’apprendimento di una seconda lingua e/o la manifestazione di un deficit neurobiologico.
Mitsiaki, M. (2020). Αναλυτικό Πρόγραμμα Σπουδών για την Ελληνική ως Δεύτερη Γλώσσα (Προδημοτική, Δημοτική, Μέση Γενική, Μέση Τεχνική και Eπαγγελματική Εκπαίδευση και Κατάρτιση της Κύπρου). Retrieved 5 March 2021, from http://www.moec.gov.cy/dde/diapolitismiki/analytiko_programma/analytiko_programma_spoudon.pdf
Special Learning Disability: Dyslexia. (2021). Retrieved 5 March 2021, from http://www.moec.gov.cy/eidiki_ekpaidefsi/ekpaideftiko_yliko/dimotiki_mesi/dyslexia_booklet.pdf
Questa pratica aiuta a comprendere che spesso le abilità degli studenti sono sovrastimate o sottostimate in relazione alla possibile dislessia. Nel primo caso, le difficoltà dei discenti nell’apprendimento di una seconda lingua sono interpretate come segni di dislessia, mentre nella seconda i deficit di consapevolezza fonemica, indicativi di una possibile dislessia, sono attribuiti all’interferenza della madrelingua.
Nel caso di studenti dislessici, lo sviluppo delle abilità di codifica (cioè la produzione del discorso in forma orale e scritta), e di decodifica (cioè la lettura e la comprensione del discorso scritto ma anche la percezione uditiva e la comprensione dell’orale, ad esempio), necessita di una strategia di insegnamento mirata. L’elaborazione del linguaggio coinvolge anche una serie di processi cognitivi legati all’attenzione, alla memoria, al ragionamento, alla pianificazione, alla risoluzione dei problemi, alla comprensione e alla produzione del linguaggio, aree che sono considerate particolarmente importanti per l’apprendimento del linguaggio e con cui la dislessia può interferire.
Gli educatori nel processo di apprendimento si trasformano in co-creatori, fornendo materiale prezioso per:
- La rilevazione precoce, tempestiva e mirata delle difficoltà degli studenti (strumenti diagnostici e procedure diagnostiche), soprattutto in relazione alla lettura e alla scrittura, che porti a un intervento didattico più efficace, riducendo lo stress e accrescendo la fiducia in sé stessi, l’autonomia e la motivazione degli studenti
- L’adattamento degli strumenti diagnostici in base alle esigenze di ciascun gruppo culturale e non la fedele traduzione in greco degli strumenti che sono stati preparati per studenti di altre lingue
- La formazione di una valutazione e una diagnosi dinamiche, che vedano le capacità di pensiero degli studenti in combinazione con i loro valori culturali, e che siano implementate in diversi tipi di contesti di apprendimento, ad esempio test, relazioni dei genitori, osservazioni degli insegnanti, ecc.
Alcuni miti sui segnali anticipatori di dislessia nei bilingue sono la lentezza nella lettura, un vocabolario che si amplia pur permanendo molti errori di ortografia, un ritmo di lavoro lento rispetto ai coetanei, la difficoltà a riconoscere le parole comuni e/o usate di frequente, ecc.