Teaching Foreign Languages to Students with Learning Difficulties
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Modulo 1. Cosa sono i Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA)1 Argomento|1 Quiz
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Modulo 2. Risultati dell'Apprendimento nell'Insegnamento delle Lingue Straniere7 Argomenti|1 Quiz
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2.1. Apprendimento Significativo e Didattica Inclusiva
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2.2. Istruzione Formale, Informale e Non Formale
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2.3. Formazione per Prove Discrete
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2.4. Sistema di Comunicazione per Scambio di Immagini
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2.5. Sviluppo della Comunicazione Funzionale
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2.6. Inclusione delle persone adulte con DSA nella società
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2.7. Ambiente inclusivo
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2.1. Apprendimento Significativo e Didattica Inclusiva
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Modulo 3. Principi Chiave5 Argomenti|1 Quiz
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Modulo 4. Metodologia delle Lezioni9 Argomenti|1 Quiz
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4.1. Abilità linguistiche orali
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4.2. Linguaggio, lettura, ortografia e scrittura
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4.3. Apprendimento basato sul gioco
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4.4. Metodo LOVAAS
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4.5. Auto-apprendimento - Autodidattismo
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4.6. Metodo multisensoriale
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4.7. Tecnologia Assistiva
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4.8. Principio di individualizzazione e sistematicità
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4.9. Lavoro collaborativo e compiti multidisciplinari
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4.1. Abilità linguistiche orali
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Modulo 5. Esercizi5 Argomenti|1 Quiz
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Modulo 6. Consigli per i/le docenti5 Argomenti|1 Quiz
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Modulo 7. Buone pratiche3 Argomenti|1 Quiz
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Modulo 8. Come Valutare i Risultati dell’apprendimento5 Argomenti|1 Quiz
1.1. Breve descrizione dei DSA
La dislessia è un DSA che può creare difficoltà in ambito formativo e lavorativo. Essa può manifestarsi a vari livelli, da forme più moderate a più gravi. Tuttavia, con la giusta comprensione, struttura e supporto, le persone dislessiche possono completare positivamente il proprio percorso educativo, inserendosi nel mondo del lavoro e più in generale nella società.
La dislessia colpisce circa il 10 % della popolazione, ma molti discenti adulti non dispongono di una diagnosi formale del proprio disturbo.
Le persone dislessiche hanno delle proprie peculiarità, ma hanno tutte in comune una difficoltà nella lettura, nell’ortografia e nella scrittura, nonché altre difficoltà cognitive/di elaborazione collegate. L’impatto della dislessia può variare a seconda dell’ambiente (ossia cosa viene chiesto di fare ad una persona dislessica e in quali circostanze).
Sebbene le persone dislessiche possano sviluppare dei punti di forza, come la determinazione, la capacità di risoluzione dei problemi e la resilienza, la dislessia non implica automaticamente la presenza di specifici doni o talenti.
Alcune persone preferiscono la definizione di “persona con dislessia”, mentre altre preferiscono la locuzione “persona dislessica”. Quando si lavora con le persone, è importante utilizzare la terminologia con cui gli individui si sentono più a proprio agio.
In passato, e nelle varie aree geografiche, sono state utilizzate altre terminologie e definizioni per la dislessia, come ad esempio Disabilità di Apprendimento, Difficoltà Specifica di Apprendimento e Disturbo della Lettura.
L’Autismo/Disturbo dello Spettro Autistico (ASD) è un disturbo neurologico e dello sviluppo che influisce sul modo in cui le persone comunicano, socializzano e interagiscono con gli altri. Il disturbo è anche caratterizzato da comportamenti restrittivi e limitativi, e incide su interessi e attività.
L’ASD colpisce l’1-2 % della popolazione.
I/Le discenti autistici potrebbero presentare difficoltà a comunicare oralmente, come ritardi nello sviluppo del linguaggio, difficoltà di comprensione, pensare e parlare in modo letterale, scarsa gestione dell’intonazione e delle capacità di discorso, ecolalia (fare l’eco a frasi pronunciate da altri o dal soggetto stesso), vocabolario insolito ed utilizzo ripetitivo del linguaggio.
I/Le discenti autistici potrebbero altresì avere difficoltà non verbali, come problemi a comprendere il contesto sociale, ad empatizzare con gli altri e ad interpretare correttamente i segnali sociali, il linguaggio del corpo e le espressioni facciali. I gesti ed i movimenti sono spesso rigidi, innaturali ed eccessivi.
I problemi di comportamento sociale derivano spesso dalle difficoltà nel comprendere il mutevole contesto delle varie situazioni sociali o le intenzioni degli altri. Questi possono manifestarsi sotto forma di difficoltà nell’interpretare le espressioni facciali, i gesti e l’intonazione della voce. Inoltre, poiché i/le discenti autistici tendono a pensare in modo letterale, avranno difficoltà a comprendere le norme che governano il comportamento sociale e battute o espressioni idiomatiche.
I/Le discenti autistici possono diventare ansiosi/e in caso di cambiamenti della routine ed avere problemi nel condividere l’attenzione, parlare a turno e giocare in modo interattivo o immaginario con gli altri. Pertanto, le difficoltà di partecipazione alle attività o nel divertirsi con gli altri possono rappresentare una sfida per i/le docenti, poiché esse influiscono sulla capacità del/della discente di condividere ed avere interessi diversi, adattare il comportamento a seconda della situazione, accettare i cambiamenti delle regole e delle routine, accettare i punti di vista degli altri e generalizzare l’apprendimento.
I/Le discenti autistici possono inoltre soffrire di ritmi del sonno irregolari, manifestare abitudini alimentari insolite, avere dei comportamenti autolesionistici o aggressivi o iperattivi, mostrare posture o andature insolite e provare paure o fobie irrazionali.
I/le docenti devono comprendere i punti di forza e le difficoltà affrontate da ciascuna persona con ASD, al fine di offrire un’esperienza di insegnamento / apprendimento efficace per il/la discente.
Il Disturbo dello Sviluppo della Coordinazione (DCD), anche noto come Disprassia, riguarda la coordinazione motoria fine e grossolana e si differenzia da altri disturbi motori come paralisi cerebrale o ictus. Le difficoltà di coordinazione di una persona possono incidere sulla partecipazione e l’utilizzo delle normali capacità in ambito educativo e lavorativo.
Si stima che circa il 6% della popolazione rispetti i criteri per la diagnosi della disprassia/DCD.
I disturbi variano da persona a persona e possono presentarsi sotto varie forme, e cambiano nel tempo a seconda delle esigenze ambientali e delle esperienze di vita, protraendosi fino in età adulta.
Per le persone con DCD diagnosticata è molto difficile acquisire le abilità di movimento normalmente utilizzate nella vita di tutti i giorni, tanto che vengono spesso etichettati/e come “goffi/e”. Queste persone non soffrono di malattie neurologiche e le loro difficoltà non sono spiegabili in termini di ritardo generalizzato dello sviluppo.
Queste hanno difficoltà nel coordinare i movimenti, le percezioni ed i pensieri. Riscontrano difficoltà nelle azioni quotidiane, come abbottonare le camicie e usare coltello e forchetta e possono confondere la destra con la sinistra.
In aula, i/le discenti con DCD possono urtare e lanciare oggetti e tendono ad avere difficoltà nel disegno e nella scrittura. Spesso non riescono a mantenere una postura corretta, sia da seduti/e che in piedi, e il grande sforzo che fanno per correggere questo problema li/le porta a provare senso di stanchezza.
I/Le discenti possono anche aver bisogno di supportare il proprio corpo con le braccia, elemento che crea problemi quando devono scrivere. Questo disturbo può anche far sì che i/le discenti siano irrequieti/e o che mostrino una tendenza a stendersi sul banco. Alcuni/e discenti hanno ulteriori problemi del linguaggio, altri/e si distraggono facilmente e non sono in grado di organizzare il proprio comportamento. I/Le discenti possono anche avere una scarsa cognizione dello spazio.
I/Le discenti hanno difficoltà ad essere autosufficienti, posso avere scarse capacità di organizzazione e difficoltà a ricordare qual è l’occorrente per specifiche attività; possono smarrire le proprie cose. I/Le discenti possono non essere in grado di riconoscere potenziali pericoli (ad es. utilizzare un becco di Bunsen e altre attrezzature durante le materie scientifiche e tecnologiche). A casa possono essere disordinati/e e lenti/e nel completare attività che richiedono abilità fino/grosso-motorie.
Spesso i/le discenti sembrano disporre di numerose informazioni, ma non sono in grado di organizzarle in modo logico e significativo. I loro elaborati scritti non corrispondono alle loro apparenti abilità verbali. Queste difficoltà possono provocare frustrazione e problemi di autostima, che a loro volta portano ad un atteggiamento introverso o dirompente.
La discalculia è un disturbo che incide sulla capacità di acquisire capacità aritmetiche. Può manifestarsi come incapacità da parte di un individuo di comprendere concetti numerici basilari e/o relazioni numeriche, fare stime, distinguere rapidamente quantità, riconoscere simboli e comprendere informazioni quantitative e spaziali.
La ricerca suggerisce che la discalculia ha vari livelli di gravità e può colpire diverse aree del calcolo matematico. Queste difficoltà possono avere effetti negativi su numerose attività quotidiane, come gestire le finanze, seguire le indicazioni, gestire un diario e tenere traccia del tempo. Si stima che la discalculia interessi tra il 4 % ed il 6 % della popolazione.
Questi/e discenti spesso hanno difficoltà anche con compiti o processi matematici o numerici basilari, come addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni o divisioni. I/Le discenti possono anche riscontrare difficoltà a individuare il processo matematico da utilizzare in un determinato contesto.
Altre difficoltà comprendono l’incapacità di indicare l’ora con un orologio analogico, gestire denaro o calcolare il resto.
Vi è un’alta percentuale di diagnosi combinata di dislessia e discalculia. Questo elemento, ovviamente, rappresenta un ulteriore ostacolo per il/la discente.
I/Le discenti con discalculia spesso non hanno fiducia in se stessi/e o hanno una bassa autostima dovuta a pregressi tentativi di studio della matematica.
Il Disturbo dello Sviluppo del Linguaggio (DLD) è un disturbo specifico che riguarda le capacità espressive e/o ricettive del linguaggio orale.
Il Disturbo dello Sviluppo del Linguaggio (DLD) era noto in passato come Disturbo Specifico del Linguaggio (DSL). Questo disturbo comporta delle costanti difficoltà nel comprendere e/o utilizzare il linguaggio parlato. Esso può creare ostacoli alla comunicazione e/o all’apprendimento nella vita di tutti i giorni.
Un/a discente con DLD può riscontrare difficoltà ad esprimersi oralmente ed a trovare le parole o usare un lessico vario, oppure può non comprendere o ricordare ciò che è stato detto.
I/Le discenti con DLD possono anche avere difficoltà a comprendere materiale scritto complesso o a scrivere frasi grammaticalmente corrette. Inoltre, possono avere grandi difficoltà a trovare le parole giuste quando parlano e la situazione peggiora quando si trovano sotto stress (ad es. quando parlano in pubblico).
Il DLD è un disturbo permanente che può avere un enorme impatto sull’individuo in ambito educativo e, a tratti, sulle sue abilità di interazione sociale.
I/Le discenti con DLD spesso apprendono mediante metodologie pratiche e visive, piuttosto che con tecniche orali e auricolari.
I Disturbi Specifici della Comprensione sono disturbi nella comprensione dei testi scritti, senza che vi siano difficoltà simili nella decodifica del medesimo testo.
Il disturbo specifico della comprensione è un disturbo della lettura a causa del quale l’individuo ha problemi a comprendere il significato delle parole e dei passaggi di un testo. A volte, un disturbo specifico della comprensione viene diagnosticato dagli specialisti come un deficit specifico della comprensione (S-RCD).
I/Le discenti con disturbi specifici della comprensione possono avere difficoltà con le competenze linguistiche scritte, come le capacità di comprensione letterale, il trarre conclusioni, l’esercizio del pensiero di ordine superiore e la verifica della comprensione.
I/Le discenti con questa tipologia di disturbo possono leggere in modo fluente, ma avere problemi a comprendere ciò che leggono.
Si stima che il disturbo specifico della comprensione riguardi il 5-10 % dei/delle discenti, ma spesso non viene rilevato e salta fuori solo nel momento in cui ci si confronta con testi più complessi.
Questa tipologia di problematica è spesso accompagnata da bassi livelli di fiducia in sé stessi ed elevata frustrazione in ambito accademico. Risulta pertanto necessario parecchio supporto accademico ed incoraggiamento a livello socio-emotivo, nonché una notevole scomposizione e differenziazione dei principali concetti didattici.
I/Le discenti possono presentare disabilità fisiche dovute a malattie come la spina bifida, la distrofia muscolare, la paralisi cerebrale, la fibrosi cistica o lesioni accidentali gravi.
È importante sottolineare che non vi è necessariamente una correlazione diretta tra il livello di disabilità fisica e l’incapacità di apprendere una lingua straniera, eccezion fatta per quegli elementi che richiedono attività fisica.
I/Le discenti con gravi disabilità fisiche potrebbero avere pochi bisogni formativi aggiuntivi, mentre quelli/e con disabilità fisiche meno rilevanti potrebbero avere maggiori bisogni formativi.
L’accesso e la partecipazione fisica possono rappresentare uno dei problemi principali per i/le discenti con disabilità fisiche, come coloro che utilizzano sedie a rotelle, tutori, stampelle, deambulatori, bastoni o protesi, o coloro che fanno grossa fatica a muoversi agevolmente all’interno del luogo di apprendimento.
L’ADHD è caratterizzato da una scarsa soglia di attenzione, incapacità di controllare gli impulsi, di accettare la gratificazione ritardata o di posporre attività non inerenti a ciò che si sta facendo.
I/Le discenti agitano spesso le mani o i piedi, sembrano irrequieti, lasciano il posto in aula o in altri contesti in cui dovrebbero rimanere seduti/e, corrono o si arrampicano in modo eccessivo in situazioni non appropriate, hanno difficoltà a fare giochi di ruolo o partecipare ad attività ricreative in maniera tranquilla e spesso possono essere logorroici/he.
I/Le discenti con ADHD hanno difficoltà a pianificare e controllare il proprio comportamento. Spesso non sembrano riconoscere il pericolo e tendono a gettarsi a capofitto nelle cose. Inoltre, hanno difficoltà ad ascoltare, ricordare e seguire le istruzioni e non riescono a portare a termine incarichi o progetti.
I/Le discenti spesso sono riluttanti a partecipare ad attività che richiedono lunghi sforzi, si lasciano distrarre facilmente da stimoli esterni e hanno difficoltà ad organizzare l’occorrente per lo svolgimento delle attività didattiche. I/Le discenti con ADHD hanno difficoltà a giocare a lungo e spesso hanno problemi con i/le loro pari a causa dell’aggressività, dell’impulsività e dell’incapacità di assumersi la responsabilità delle proprie azioni.
L’incidenza dei sintomi tende a diminuire durante l’adolescenza e in età adulta, ma il disturbo continua a persistere. I/Le discenti con ADHD spesso si sottopongono a cure mediche per mitigare l’impatto del disturbo sulla propria vita quotidiana.
L’ADD viene descritta come un ADHD in cui manca l’elemento dell’iperattività, e si caratterizza per un’eccessiva tendenza a sognare ad occhi aperti, a bloccare lo sguardo, lentezza cognitiva, indolenza, confusione, problemi di memoria e reticenza sociale. I/Le discenti spesso rispondono prima che la domanda sia stata completata ed hanno problemi ad attendere il proprio turno, interrompendo frequentemente e involontariamente gli altri.