3.1. Apprendimento Multisensoriale Strutturato della Lingua (MSL)
Mentre molti/e bambini/e imparano le lingue spesso in modo naturale, apprendere una lingua straniera in età adulta è un processo cognitivo più complesso, poiché non implica solamente l’adozione di efficaci strategie di apprendimento del linguaggio, ma anche l’analisi di processi e abilità cognitive e mentali del/la discente (Myréen, 2017).
La ricerca mostra, in particolare, come i/le discenti con DSA spesso faticano ad apprendere una lingua straniera, poiché hanno difficoltà a lavorare con la memoria, a recuperare informazioni, a mantenere l’attenzione e a trasformare i suoni di un linguaggio in forma scritta (Ciccarone, 2019). All’interno di questo modulo vengono presentate delle strategie per coinvolgere didatticamente i/le discenti con DSA nella massima misura possibile, affinché raggiungano ottimi risultati personali e facciano progressi, a partire dall’apprendimento multisensoriale della lingua. Questa tecnica offre un approccio pedagogico in cui tutti i sensi vengono utilizzati come tecniche d’insegnamento, lasciando da parte le tradizionali metodologie. (Myréen, 2017).
In termini pratici, l’insegnamento multisensoriale “richiede ai discenti di attivare tutte le proprie facoltà – vista, udito, olfatto, gusto, movimento, tatto, pensiero, intuito, piacere – in varie situazioni” (Baines, 2008, in Korkmaz e Karatepe, 2018, pg. 81). |
In tale contesto, l’adozione di approcci multisensoriali strutturati per l’insegnamento della lingua consente di creare un ambiente incentrato sui/sulle discenti, in cui si pone l’accento sui loro processi, sulle percezioni e motivazioni affinché parlino bene o perfettamente la lingua che li/le interessa. Parlando in termini scientifici, quando vediamo, sentiamo e ci muoviamo per imparare, vengono coinvolte alcune delle aree cerebrali incluse nel Lobo Frontale – che ci aiuta con i discorsi, la grammatica, la lingua e la comprensione – nel Lobo Temporale – decodifica e discernimento dei suoni – e nella Circonvoluzione Angolare – che ci consente di leggere (Schukraft, 2020). Alcuni/e insegnanti vedono la MSL come una modalità più “varia” di insegnamento, attraverso l’utilizzo di materiali e tecniche multisensoriali, arricchendo così il loro modo di trasferire conoscenza e dando un senso di realizzazione professionale.
L’apprendimento multisensoriale può essere classificato in tre percorsi (a seconda delle tipologie di discenti), che possono essere utilizzati simultaneamente per migliorare la memoria e l’apprendimento del/la discente (Istituto di Istruzione Multisensoriale, 2022):
1 | 2 | 3 | |
UDITIVO | VISIVO | CINESTETICO-TATTILE | |
definizione | il linguaggio che sentiamo
i/le discenti ricevono istruzioni foniche, potendo quindi vedere e ascoltare suoni e combinazioni di lettere/ suoni |
il linguaggio che vediamo
i/le discenti utilizzano vari strumenti, come foto, mappe mentali, flip chart, libri, colori, ecc. |
il linguaggio che proviamo/percepiamo
i/le discenti imparano attraverso la pratica, l’osservazione, la sperimentazione e sono completamente immersi/e nel processo di apprendimento |
esempi pratici nella MSL | consapevolezza fonemica – dividere le parole in singoli suoni del discorso per poi ricomporle | maneggiare oggetti attraverso l’uso di cartoncini colorati | maneggiare il testo su una tavola usando strisce magnetiche, in modo da separare nelle parole la radice dalla desinenza |
Come già detto, le suddette categorie possono essere integrate in un unico metodo; ad esempio, il/la docente potrebbe chiedere ai/alle discenti di usare dei vassoi di plastica, delle tavole, dei piatti di carta, ecc. per scrivere “qualcosa sulla sabbia” – un metodo che combina i percorsi visivo, uditivo e tattile per migliorare la capacità di abbinamento tra lettere e suoni (IMSLE, 2019).
Come vedremo più avanti in questo modulo, l’introduzione di elementi multisensoriali nell’insegnamento crea un’atmosfera stimolante e aumenta la motivazione dei/delle discenti promuovendo la comunicazione e l’interazione sia tra di essi/e, sia tra loro e il/la docente (Myréen, 2017). L’utilizzo di musica, immagini, video, funzioni para-verbali[1] sono solo alcune delle tecniche che i/le docenti possono utilizzare – sempre nel rispetto delle abilità cognitive del/la discente – per aiutarli/e ad avvicinarsi al mondo della lingua che si intende insegnare.
Per altre idee e tecniche da utilizzare per aiutare i/le discenti con difficoltà di lettura, consultare il link: https://www.understood.org/articles/en/8-multisensory-techniques-for-teaching-reading
Un buon esempio di applicazione degli approcci multisensoriali è lo “Spazio Multisensoriale”, creato dalla docente universitaria Minttu Räty dell’Università di Scienze Applicate Laurea di Helsinki. La professoressa creò lo Spazio nel 2007, sulla base delle proprie esperienze personali con immigrati/e, persone con disabilità e anziani/e, per sensibilizzare i/le discenti sul multiculturalismo e prepararli/e alle loro future carriere nel campo dell’assistenza sociale.
Per i/le discenti interessati/e alle lingue straniere, lo Spazio Multisensoriale offriva un ambiente pratico in cui poter familiarizzare con una lingua straniera, imparandone anche la cultura e gli usi. Per raggiungere l’obiettivo, lo Spazio metteva a disposizione degli elementi uditivi, visivi e cinestetici durante le lezioni di lingua, che stimolavano la mente e creavano degli efficaci percorsi di apprendimento mediante cui la memoria empirica veniva collegata alla lingua. (Räty, 2014) |
Ecco alcuni suggerimenti da utilizzare quando si insegnano la lettura e la scrittura per coinvolgere maggiormente i/le discenti nell’apprendimento multisensoriale (Waterford, 2019):
- Quando si legge un libro alla classe, provare a mettere una registrazione audio o a guardare un video di un narratore.
- Chiedere ai/alle discenti di creare delle parole usando i magneti come attività tattile [20]
- Invece di continuare a dare ai/alle discenti libri stampati da portare a casa, provare ad assegnare audio-libri o video.
- Chiedere ai/alle discenti di creare delle proprie illustrazioni che accompagnino le parole o frasi che hanno scritto.
Insegnare ai/alle discenti a scandire le parole indicando ciascuna lettera, per rafforzare il legame tra suoni e lettere scritte.
[1] Una forma di comunicazione non verbale che utilizza tecniche come l’intonazione della voce, i gesti, il linguaggio del corpo, le espressioni facciali, ecc. Fonte: http://gpbhadrak.org/beta/upload/paraling.pdf