L’insegnamento per prove discrete è una strategia educativa basata sui principi dell’analisi applicata del comportamento. Questa prevede di suddividere le abilità in componenti più piccole e di insegnare tali sotto-abilità in modo individuale. Gli esercizi sono ripetuti più e più volte e il/la docente può integrare delle procedure di stimolo all’occorrenza. Le risposte corrette sono seguite da procedure di rinforzo per facilitare l’apprendimento.
Una prova discreta consiste in un singolo ciclo di istruzioni che può essere ripetuto più volte, fin quando il/la discente non ha padronanza dell’abilità in questione. La prova discreta si suddivide in 5 parti principali:
- Un’istruzione iniziale – ad es. “Toccati il naso.”
- Il/la docente dà un suggerimento o un segnale per aiutare la persona a rispondere correttamente – ad es. Il/la docente indica il naso della persona.
- La persona fornisce una risposta – ad es. La persona si tocca il naso.
- Questa fase è seguita da un’adeguata conseguenza; le risposte corrette vengono premiate con delle ricompense per motivare la persona a rispondere nuovamente in modo corretto in futuro – ad es. “Bravo/a. Hai toccato il naso”, il/la docente dà alla persona una ricompensa.
- Una pausa tra le prove – attendere da 1 a 5 secondi prima di iniziare la nuova prova.
5.1.1. Raccolta dei Dati
Di norma, vengono raccolti dei dati sui risultati di ciascuna prova per monitorare i progressi del/la discente. In una prova discreta individuale, si possono raccogliere dati sulla capacità di rispondere correttamente, sulla necessità di suggerimenti o sul numero di risposte errate. Le risposte corrette ed errate vengono sommate per determinare le percentuali ed i livelli di performance.
I dati raccolti possono essere analizzati per individuare degli schemi di risposta, compresi incremento o diminuzione dei comportamenti di riferimento. I dati sono importanti per stabilire l’efficacia dei metodi e per decidere quando iniziare a dare istruzioni su una nuova abilità o comportamento. I dati vengono altresì utilizzati per prendere decisioni su quando modificare le strategie di suggerimento per favorire l’autonomia del/la discente.
5.1.2. Applicazione dell’Insegnamento per prove discrete
L’insegnamento per prove discrete si è dimostrato efficace per insegnare alle persone autistiche numerose nuove forme di comportamento. Può essere utilizzato per insegnare svariate capacità emulative fisiche e verbali. Imitare il battito delle mani, la scrittura leggibile della lettera A o riprodurre il suono “ssss”, sono tutti esempi di comportamenti che possono essere insegnati tramite prove discrete.
Anche le abilità linguistiche possono essere insegnate tramite prove discrete. È possibile insegnare come eseguire azioni ripetitive in risposta ad un’istruzione verbale, come “alzati”, “tocca il numero cinque” o “indicami il bicchiere”. Le abilità linguistiche espressive possono essere insegnate tramite prove discrete per esercitare capacità come la risposta verbale per individuare il “naso”, il colore “blu”, o un “libro.”
Le prove discrete possono essere utilizzate anche per insegnare varie abilità più complesse, come vestirsi o usare un telefono, scomponendo l’azione e creando collegamenti tra i vari passi da seguire.
Queste sono solo alcune delle abilità e dei programmi che si possono implementare tramite le prove discrete.
5.1.3. Generalizzazione
L’obiettivo finale dell’insegnamento per prove discrete è che il/la discente sia in grado di eseguire autonomamente quanto gli/le è stato insegnato nelle situazioni e nei contesti appropriati. La capacità di utilizzare le capacità in vari contesti, con più persone e diversi stimoli è chiamata “generalizzazione”.
Di norma, le prove discrete si svolgono in un ambiente che supporta l’apprendimento, con poche distrazioni ed un rapporto insegnanti-discenti equilibrato (di solito 1:1). Questo specifico ambiente didattico non favorisce però l’esercizio delle competenze apprese in altre situazioni. Poiché l’insegnamento per prove discrete non si presta di per sé alla generalizzazione, una componente importante di questa tecnica risiede nell’insegnare esplicitamente alla persona come eseguire le azioni in contesti diversi, con altre persone e secondo altri stimoli.
Le tecniche di generalizzazione comprendono la randomizzazione dei comandi e/o degli stimoli, far lavorare la persona con altri o esercitare le abilità in un ambiente naturale.
Insegnamento per Prove Discrete e Autismo
I/Le bambini/e con autismo di solito non imparano spontaneamente dall’ambiente circostante e, pertanto, potrebbero aver bisogno di ulteriori suggerimenti o istruzioni esplicite per eseguire azioni che per i loro pari potrebbero sembrare scontate. La maggior parte di essi/e necessita di istruzioni strutturate e ripetitive, che li/le costringano a interagire con l’ambiente circostante per acquisire nuove abilità.
La natura coerente e prevedibile dell’insegnamento per prove discrete la rende una tecnica molto diffusa per l’insegnamento ai/alle bambini/e con autismo. Il rinforzo previsto dalla sessione di prova discreta offre al/la bambino/a con autismo un’ulteriore motivazione per apprendere e interagire a livello sociale, che non è innata.
5.1.4. Alcuni Fatti sulle Prove Discrete
- L’insegnamento per prove discrete non coincide con l’ABA, né viceversa. L’insegnamento per prove discrete è una delle molteplici strategie che si avvale dei principi dell’analisi applicata del comportamento (ABA).
- L’insegnamento per prove discrete andrebbe combinato con altri interventi efficaci per permettere ai/alle bambini/e di usare le abilità in altri contesti e situazioni.
- L’insegnamento per prove discrete non è un metodo adatto solo ai/alle bambini/e con autismo.
- Bisognerebbe creare un programma di prove discrete, monitorato da un/a professionista. Inoltre, la tecnica dovrebbe essere sempre applicata e supervisionata da persone formate.
I programmi di prove discrete dovrebbero essere adattati in base alle esigenze dei/delle discenti.